1955. Già da dieci anni il vescovo ucraino Josyf Slipyj era imprigionato nei lager sovietici, vittima della persecuzione stalinista contro la chiesa cattolica. Nonostante privazioni e umiliazioni di ogni specie, la fedeltà di Josyf Slipyj a Cristo e alla Chiesa Cattolica si dimostrò incrollabile. La sua testimonianza di fede e di carità fu di conforto per tanti compagni di prigionia. Trovò il modo anche di far pervenire all’esterno, in alcune occasioni, dei messaggi per i fedeli. Uno di questi messaggi ha per tema la Pasqua…
«Il pane della Pasqua sia per voi chiarissimo motivo di vittoria e trionfo sulla morte, sul peccato e su tutti i mali e fortifichi la vostra irremovibile fede nella invincibilità di Cristo, trionfatore di tutti i nemici …
Il tempo della Quaresima, se vissuto convenientemente, conduce alla certezza … introduce e prepara alla Pasqua di Risurrezione. Per questo cessate di piangere e di essere tristi, voi che siete afflitti e oppressi, raddrizzate le spalle ricurve, illuminate i vostri volti bui, siate pieni di gioia e felici, perché la Pasqua è la festa in cui Cristo asciuga le lacrime di ogni volto»
(Giovanni Choma, Josyf Slipyj p. 123)
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