Marija Judina: “La nostra giovinezza”

Se c’è un momento nella vita in cui è più evidente che il cuore è fatto per desiderare grandi cose questo è la giovinezza. Lo dicono bene queste frasi prese dalle memorie di Marija Judina, la coraggiosa pianista russa che fece breccia con la sua arte anche nel cuore di Stalin. Marija aveva 18 anni allo scoppio della Rivoluzione russa …

«La nostra giovinezza aveva le ali ai piedi, si nutriva di gratuità, povertà, del rombo lontano della guerra civile che divampava in altre regioni del nostro paese – e, se vogliamo, di romanticismo, di uno sguardo convinto e organico, carico di ideali, attraverso cui guardavamo a persone e avvenimenti, e ci guardavamo gli uni gli altri; al centro, per tutti e per ognuno, c’era la ricerca della verità … ciascuno a modo suo poteva ripetere le stupende parole di Blok: “Sento il fruscio delle pagine di storia che si voltano”. Non ci interessava la tranquillità, non ci interessava sistemarci o mettere da parte qualcosa; ci bastava un po’ di pesce secco e focacce di bucce di patate, scarpe di corda e vestiti lisi … Ci alzavamo e ci coricavamo con la poesia – chi con la poesia, chi con la musica; chi ancora, deciso a dedicare tutte le proprie energie al lavoro politico, all’edificazione di un mondo nuovo, metteva a repentaglio la vita nella guerra civile …; altri ardevano e si struggevano per gli avvenimenti ecclesiali (come chi scrive queste righe), mentre in altri ancora era forte il convincimento interiore della propria missione creativa in campo artistico o scientifico; ed eravamo sempre sereni …»

(Da Giovanna Parravicini Marija Judina più della musica p.30)

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